La domanda, magari un po’ troppo diretta, può sembrare provocatoria, ma, di fatto, dando un’occhiata alla situazione demografica dell’Italia, sorge, come si dice, spontanea.

L’Italia infatti è OGGI nella situazione in cui sarà la Cina tra 30 anni (vedi Demografia e finanza): https://www.populationpyramid.net/italy/2020/

Quindi oggi in Italia il numero di coloro che sono in età lavorativa e che, di regola, dovrebbero pagare contributi previdenziali, sta rapidamente diminuendo. Di contro, si sta ingrossando a dismisura la schiera di coloro che hanno diritto ad un qualche trattamento pensionistico per il resto della loro vita.

Questa potrebbe apparire una notizia positiva, se non fosse che, come è arcinoto, le pensioni pagate dall’ente previdenziale per eccellenza, l’INPS, sono prelevate in gran parte direttamente dai contributi obbligatori versati dai lavoratori, e in parte minore da trasferimenti diretti dalle casse dello Stato.

Così, ad oggi, come risulta dalle statistiche diffuse (https://www.agi.it/fact-checking/numeri_pensioni_italia-6897461/news/2020-01-17/), ogni 1000 lavoratori ci sono 606 pensionati, che rappresentano il 26.5% della popolazione residente. Le pensioni rappresentano una quota del 34.3% del totale della spesa dello Stato, costituendo, peraltro, di fatto, un argine alla povertà per molte famiglie.

“La presenza di un pensionato all’interno di nuclei familiari “vulnerabili” (genitori soli o famiglie in altra tipologia) – prosegue l’Istat – consente quasi di dimezzare l’esposizione al rischio di povertà (rispettivamente dal 31,6 per cento al 16,1 per cento e dal 28,2 per cento al 18,7 per cento)”.

In questo quadro, ad una persona della mia età (52 anni), viene spontaneo domandare: se i trend demografici in corso saranno mantenuti e la spesa previdenziale continuerà a salire, come potrà fare lo Stato a pagare la mia pensione?

Tra una ventina d’anni, se, come ripeto, non viene invertito nel frattempo questo sconfortante trend demografico, la situazione sarà la seguente: (https://www.populationpyramid.net/italy/2040/)

A quel punto, come si vede chiaramente dal “rigonfiamento” della parte superiore della piramide, la schiera dei pensionati avrà superato, in numero e quantità di risorse assorbite, la parte della popolazione che è in grado di lavorare, produrre e pagare contributi da girare ai “quiescenti”.

Nel settore della Pubblica Amministrazione, grazie anche all’accelerazione impressa da misure improvvide e costose di recente emanazione, il superamento della quota 1:1 tra lavoratori e pensionati è stimato già nel 2021!

Quindi, CHE FARE???

A livello generale, e oserei dire, politico, l’unica strada è quella di lavorare di più, più a lungo, quindi, auspicabilmente, meglio (il ricorso allo smart working è una strada, ad esempio).

Inoltre ci dovremo accontentare di pensioni pubbliche molto, ma molto più basse di quelle dei nostri genitori.

Allo stesso tempo sarà necessario impiegare le (poche) risorse disponibili, non tanto per soddisfare le esigenze degli elettori di oggi (è noto infatti che in Italia votano soprattutto gli anziani), quanto per regalare qualche chance agli elettori di domani e di dopo-domani

In che modo?

Potenziando tutti quelli che sono gli istituti di protezione e salvaguardia della genitorialità (congedi parentali, premialità per i figli, tutela delle donne lavoratrici, ecc.) , investendo sugli asili nido , sull’educazione, sull’avviamento al lavoro. Tanti soldi su progetti a lungo termine, insomma.

Per non parlare dei temi legati all’immigrazione e all’integrazione degli immigrati nel tessuto produttivo!

Non è facile vincere le elezioni con un programma simile, eh?

A livello di finanza personale, è IMPRESCINDIBILE, per chi ha famiglia, ma anche per chi non ce l’ha e rischia di trovarsi da solo ad affrontare gli anni della vecchiaia, crearsi un fondo pensionistico, alimentato da una quota dei propri risparmi attuali e futuri.

Il TEMPO ed una adeguata ponderazione degli investimenti più adatti al lungo periodo saranno preziosi alleati.

Chi ha la mia età, o, a maggior ragione, chi è più giovane di me, deve destinare parte del proprio reddito, non appena ne avrà la possibilità, alla costituzione di un fondo da utilizzare come integrazione della parte di pensione pubblica che non avrà quando sarà anziano.

Questa è una delle esigenze basilari che un buon PROGRAMMA DI INVESTIMENTO deve soddisfare!