Le previsioni sui mercati finanziari per il 2021.

Sto leggendo, con grande interesse, “L’illusione della conoscenza” di S. Sloman e P. Fernbach, pubblicato da Raffaello Cortina nel 2018.

Questa lettura mi stimola a tornare su un argomento che ho già affrontato, ma che voglio sviluppare con più attenzione, in vista dell’ondata di previsioni sul prossimo anno che ci investirà da qui a 2 mesi.

A pag. 43 c’è una splendida citazione di Donald Rumsfield, ex Segretario alla difesa dell’amministrazione Bush junior: “Ci sono cose conosciute che conosciamo. Queste sono cose che sappiamo di sapere. Ci sono cose conosciute che NON conosciamo. Che è come dire che ora sappiamo di non sapere. Ma ci sono anche cose sconosciute che non conosciamo. Queste sono cose che NON sappiamo di NON sapere“.

Riportiamo questo ragionamento in ambito finanziario, per scoprire fin dove possiamo spingerci nel fare previsioni e dove dobbiamo fermarci per non rischiare di farci male. Ad esempio:

SO DI SAPERE. Ragionevolmente, siamo abbastanza certi che in futuro temi come l’attenzione all’ambiente o la cyber-sicurezza o le biotecnologie saranno temi importanti ed è possibile ipotizzare che le aziende che risulteranno maggiormente attente agli aspetti ambientali o che svilupperanno sofisticati sistemi di sicurezza informatica avranno buone possibilità di andare bene in borsa. Queste non sono certezze, ma sono previsioni relativamente probabili che facciamo sulla base della nostra esperienza attuale. Sloman e Fernbach li definiscono ragionamenti causali “in avanti”, ovvero sulla base di cause attuali ragiono su effetti che si produrranno nel futuro. E’ l’attività che al cervello umano (e non solo) riesce in modo più “naturale”. Quella di fare delle “simulazioni” del futuro sulla base di quanto so oggi.

SO DI NON SAPERE. Sappiamo di non sapere che, comunque vada, quelli menzionati sopra sono settori del mercato azionario che si caratterizzano per la grande volatilità, ovvero per avere grandi oscillazioni nei prezzi. Inoltre non sappiamo quali, tra i competitori attuali del mercato, riusciranno a sopravvivere e a svilupparsi nei prossimi decenni.

Ricordo il caso di Nokia, grande produttore svedese di telefonia. A fine anni ’90 sarebbe stato difficile pronosticare la parabola che poi si è verificata: da maggior produttore di telefonini al mondo alla totale irrilevanza attuale! Per non parlare dei primi motori di ricerca su internet. Qualcuno si ricorda di Altavista?

Questo però è un rischio che conosciamo e possiamo fare qualcosa per limitarlo. Ad esempio diversificare il proprio investimento su più aziende e settori e tenersi informati e attenti sugli sviluppi dell’economia.

NON SO DI NON SAPERE. Il 20 febbraio del 2020 sulle prime pagine dei maggiori giornali italiani non vi era traccia di articoli su una imminente pandemia. Neppure un accenno.

Pochi giorni dopo iniziava, oltre ad una delle calamità più importanti che abbiano colpito la nostra generazione, il più rapido e drammatico crollo delle borse che si ricordi. Seguito peraltro da un repentino ed impetuoso rialzo (finora).

Il Covid 19 è proprio il tipico esempio di evento che nessuno aveva preso in considerazione, l’asteroide, l’imponderabile.

Di questi eventi (di magnitudo più o meno intensa) è disseminata la storia e sono proprio questi che rendono ridicolo fare previsioni!

Quando un esperto di borsa formula le sue previsioni per il 2021 dovrebbe rileggere con umiltà e senso critico quello che lui stesso aveva pubblicato a fine 2019, per riconquistare il senso della realtà e la consapevolezza dei propri limiti.

Pochi giorni fa sul Corriere.it Walter Riolfi elencava perfidamente alcune delle previsioni fatte da una grande banca americana per l’anno 2020. Tutte rigorosamente sbagliate. E citava le proiezioni, ovviamente di segno opposto (una molto positiva e l’altra negativa) fatte da 2 banche per il 2021. Questi report di grandi istituzioni o di abili “guru” della finanza sono molto attesi ed hanno una grande influenza sui mercati, anche se tutti dovrebbero sapere quanto poco siano attendibili.

Il successo di pubblico di queste previsioni è dovuto prevalentemente all’effetto lenitivo che hanno sulla nostra atavica paura del futuro. Insomma servono per anestetizzare, giusto il tempo di digerire il panettone, la nostra primordiale angoscia.

Cito a pag. 46: “…facciamo tutto ciò vivendo nella menzogna. Ignoriamo la complessità sopravvalutando quanto sappiamo sul funzionamento delle cose, vivendo la vita nella convinzione di sapere come funzionino le cose, anche quando non lo sappiamo.”

Investire i propri risparmi sull’onda delle previsioni è sbagliato. Cercare di cavalcare i trend dei mercati è un errore. Provare ad indagare cosa accadrà nel futuro prossimo è soprattutto un esercizio di grande umiltà.

Per ogni problema complesso, c’è sempre una soluzione chiara, semplice e sbagliata“. H. L. Mencken

 

Piccola bibliografia: P. Tetlock, D. Gardner “Super-forecasting. The art & science of prediction“, RandomHouse, 2015.