Questa poi…i tassi d’interesse negativi no!

Cioè devo pagare per prestare i soldi a qualcuno? Ma è uno scherzo?

No! E’ il mondo a rovescio!

 

La macchina

Torniamo all’inflazione e rispolveriamo una notissima metafora utilizzata per spiegare il rapporto tra inflazione e tassi d’interesse (la usiamo perché tra un po’, come vedremo, potrebbe essere superata anche lei).

rovescio tassi
Schema di motore. Facile no?

La quantità di gas che do al motore (la quantità di moneta) determina la velocità dell’auto (economia). Se esagero, la macchia va fuori giri (inflazione alta) e va a sbattere. Se accelero poco, la macchina si ferma(deflazione, crisi economica).

Il guidatore (le banche centrali) deve stare attento a dosare l’accelerazione su un livello di equilibrio (diciamo inflazione moderata) e stare pronto ad azionare il freno (tassi di interesse).

Ecco! i tassi di interesse sono il freno della macchina economica.

Nel mondo normale, quando il motore si surriscaldava, o si rischiava di affrontare una curva a velocità troppo elevata, la banca centrale azionava il freno, alzando i tassi di interesse.

Questo toglieva liquidità (pardon…benzina) dal sistema e rallentava l’auto.

Quando invece l’economia era un po’ “floscia”, la banca centrale abbassava i tassi. Dava un colpo di acceleratore, insomma. Prendere soldi a prestito era meno oneroso, le fabbriche compravano più materiali, assumevano più operai e questi si compravamo la macchina a rate, il frigo, accendevano un mutuo per la casa, ecc…

Fin qui niente che non sia stato descritto già dal mitico “Quark Economia” di Piero Angela, testo basilare della moderna divulgazione economica.

Ma ecco che la trama s’infittisce.

Le spinte deflazionistiche di cui si è parlato nella scorsa puntata (Globalizzazione, Progresso tecnologico, ecc.) rendono inefficace il meccanismo di funzionamento del motore economico, spingendo i prezzi al ribasso e mettendo di fatto fuori gioco ampi settori dell’economia (due esempi: industria tradizionale e banca tradizionale) . Questo provoca la tendenza endemica delle economie occidentali al rallentamento.

Inutile intestardirsi a produrre acciaio in Europa, quando in India lo producono comunque ad una frazione del prezzo al quale lo facciamo noi. Inutile anche abbassare i tassi di interesse, per far sì che l’acciaieria europea abbia fondi disponibili a basso costo.

L’acceleratore dei tassi di interesse bassi (la cosiddetta politica monetaria accomodante) è inefficace.

L’acciaieria chiude. Gli operai, disperati, non riescono a pagare il mutuo. La banca che ha prestato loro i soldi, e magari li ha prestati anche all’acciaieria, rischia di fallire.

Le altre banche, in difficoltà anch’esse, non possono aiutarla , come sarebbe logico. Chi ha i soldi in mano, vista l’incertezza, non li spende, anche se i tassi di interesse che ne ricava sono pressoché nulli. Anzi, cerca di depositarli in istituti che ritiene più sicuri, ad esempio li ri-deposita alla BCE.

Ed ecco che questa comincia a praticare un tasso d’interesse negativo. Ovvero a farsi pagare per farsi prestare i soldi!

Per la BCE, praticare un tasso negativo sui depositi è un modo, inaugurato nel 2012 sotto la presidenza Draghi, di incoraggiare le banche ad utilizzare i soldi per “nutrire” l’economia reale.

Allo stesso modo, molti Stati ritenuti “sicuri” hanno cominciato a farsi pagare per farsi prestare i soldi. Perché?

Perché investitori e istituzioni di tutto il mondo ritengono più saggio e sicuro prestare i propri soldi alla Germania (ad esempio) che tenerli nelle proprie banche a rischio fallimento.

Oggi nell’area Euro quasi tutti i debiti degli Stati (specie quelli a breve termine) hanno interessi in gran parte negativi.

Eppure c’è chi non può fare a meno di acquistare Titoli di Stato (ad esempio le assicurazioni) anche se in perdita e l’affare può essere anche lucroso, se si prevede che in futuro i tassi scenderanno ancora di più sotto Zero.

Ed ecco perché ci troviamo in un mondo in cui circa 1/3 di tutte le obbligazioni esistenti hanno rendimento negativo. Il mondo alla rovescia!

 

Oltre la macchina

Ed ecco che arriviamo alla parte nella quale la metafora del motore va a ramengo.

La situazione che si è creata è di assoluta novità ed il dibattito economico su quello che potrà accadere è molto vivace. L’avvento della Pandemia non ha fatto altro che esasperare questo fenomeno, dal quale nessuno sa con certezza come usciremo.

Abbiamo detto che l’acceleratore non funziona più tanto bene, ovvero nonostante le forti iniezioni di liquidità, la macchina si è fermata.

rovescio tassi

Il motore è inondato di liquidità e prima o poi (magari attenuatisi gli effetti del Covid)  comincerà a rimettersi in moto, creando, presto o tardi, con tutta la “benzina” che c’è in giro, una ripartenza dell’inflazione.

Questa volta però le banche centrali non potranno azionare il freno dei tassi di interesse, perché questo rischierebbe di spengere la flebile fiammella del motore ingrippato.

Le industrie hanno bisogno di prendere a prestito soldi a buon mercato per molto tempo, prima di ricominciare ad assumere personale.

I banchieri centrali sia in Usa che in Europa hanno già detto che avranno come obiettivo quello di far ripartire l’economia e l’occupazione, fiaccati dal virus, tenendo in minor conto che in passato eventuali aumenti dell’inflazione. Quindi niente rialzi dei tassi! Niente frenate!

In un mondo “normale”, chi favorirebbe questa situazione? E chi danneggerebbe?

Un più alta tolleranza all’inflazione, da manuale, favorisce chi produce beni e servizi, chi FA cose (azioni), chi ha crediti “indicizzati” all’inflazione, chi possiede beni REALI (oro e materie prime). Gli immobili, in passato riparo efficace dall’inflazione, patiscono dei problemi che già abbiamo visto.

Ne risulterà penalizzato chi ha prestato denaro per durate lunghe, perché l’interesse che otterrà, stabilito oggi (quindi basso), verrà annullato dall’inflazione futura e il capitale sarà eroso allo stesso modo.

Questo, almeno, è scritto sul manuale. Chissà se le sue indicazioni sono buone anche per il Mondo A ROVESCIO!