Sarò chiaro: ognuno ha diritto di sperperare i propri risparmi come meglio crede: è il mercato, bellezza!

Quello che non approvo è la confusione tra un’attività ludica, la speculazione su titoli e, peggio, su derivati e l’investimento dei propri risparmi con obiettivi esistenziali di medio lungo periodo.

Io, per lavoro, mi occupo di aiutare la gente a intraprendere la seconda attività. La prima, lo ribadisco, è un gioco!

E’ un po’ come dire che il calcio e il basket sono simili perché si giocano tutti e due con un pallone!

Il “Pallone” in particolare è interpretato nel caso di specie dai mercati finanziari. Questi tipicamente, da quando sono nati in maniera organizzata, nei Paesi Bassi ormai 400 anni fa, sono terreno di coltura per le più stravaganti speculazioni. L’episodio più celebre è la famosa Bolla dei Tulipani del 1637.

Il termine speculazione, traduzione italiana, se vogliamo, di Trading, è inteso come il tentativo di acquistare o vendere un’attività economica o finanziaria allo scopo di ricavarne un utile di breve termine, tipicamente inferiore all’anno.

Non ha quindi grande importanza cosa rappresenti quell’attività, se un’acciaieria, un’opzione sul VIX, una villetta a schiera o il debito di un stato in fallimento.

Quello che si cerca è l’utile, immediato, clamoroso e indiscriminato!

Attenzione! La figura del “TRADER” nei mercati finanziari è centrale e imprescindibile, perché il mercato stesso è costituito da traders, ovvero di persone che ogni giorno sono convinti di comprare o vendere ad un prezzo che ritengono adeguato. Se costoro non ci fossero non vi sarebbe gran parte delle compravendite, quindi verrebbe meno ciò che caratterizza il Mercato, ovvero l’EFFICIENZA.

Ma cos’è che distingue il Trader dal comune mortale che osserva un grafico di borsa con espressione dubbiosa e vagamente bovina? Vediamo…

L’Intuito

E’ indiscutibile che, nei confronti dell’uomo comune, l’attributo principale del Trader è quello di essere dotato del cosiddetto “fiuto”, un’istinto predatorio, un’attitudine indefinibile che ne guidano le mosse.

Purtroppo, spesso troppo tardi, egli si rende conto che, in termini di risultati, questo “Killer Instinct”, ha una probabilità di successo inferiore a quello dell’uscita del 7 in un lancio di dadi e che l’obiettivo minimo del 50% di operazioni chiuse con esito positivo, quasi sempre, è una chimera irraggiungibile.

Inoltre, come insegna la Finanza Comportamentale,  l’uomo è preda di un turbine di passioni contrastanti che spesso ne minano la lucidità, e per giunta di frequenti e subdoli errori cognitivi, specie in tema di quattrini.

Il risultato è quasi sempre che una scimmia bendata e ubriaca ha più probabilità di un trader di scegliere il titolo vincente nel breve termine.

Attenzione! Questo i trader, quelli veri, lo sanno bene e lo mettono nel conto!

La soffiata giusta

La speculazione, spesso, oltre che sul “fiuto” dello speculatore, si basa su informazioni, o “soffiate” provenienti dalle origini più varie. Ovvero su informazioni provenienti da fonti ritenute privilegiate e altrimenti inaccessibili, riguardo al futuro andamento di un titolo.

Al netto della veridicità o dei conflitti di interesse della fonte da cui nasce, la soffiata è spesso un’informazione di pubblico dominio, ricavata il più delle volte dal Sole24Ore del giorno precedente, che, incredibilmente, viene letto approfonditamente solo da una sparuta minoranza di speculatori, i quali, in questo modo, godono di un vantaggio competitivo importante sui più sprovveduti colleghi “traders” meno sgobboni.

L’Analisi tecnica

Un’altra fonte di ispirazione per aspiranti speculatori è l’Analisi Tecnica, ovvero lo studio dell’andamento grafico del prezzo di un titolo, tramite la ricerca di figure ricorrenti o comportamenti regolari, che si applicano al disegno grafico della più vasta varietà di titoli, nella speranza di rintracciarvi dei segnali di acquisto e di vendita.

Su questa tipologia di analisi sono nate nel corso degli anni vere e proprie scuole di pensiero. Alcune delle più sofisticate hanno i contorni misteriosi di medioevali consorterie alchemiche.

La Teoria di Gann, le Onde di Elliott, fondate sulle regolarità riscontrate dalle successioni numeriche di Fibonacci, applicate ai grafici, oltre a consentire a pochi fortunati di conseguire risultati brillanti (pare!) nelle loro operazioni finanziarie, danno la gratificante impressione di essere entrati in contatto con un livello più profondo nella conoscenza del Creato.

Da ciò deriva ovviamente un pullulare di corsi di Trading, in presenza e, ultimamente, via web.

Giovani e spesso ben vestiti docenti, dotati di una comunicativa risoluta e coinvolgente, regalano, rigorosamente a pagamento, le perle più preziose di queste antiche saggezze ad aspiranti Harry Potter della finanza.

Mi domando cosa spinga costoro a perdere tempo nel condividere i propri segreti con il prossimo, anziché stare davanti al computer a fare soldi con acquisti e vendite sempre vincenti!

Sarà la generosità! Che filantropi!

Giocare
Il titolo Gamestop negli ultimi mesi

Il Social Trading alla Gamestop

La più recente tendenza, figlia dei tempi, ma, al pari dell’invasione del Parlamento da parte di una torma di burini inferociti, ben oltre il limite delle regole di buon funzionamento di un mercato, è quella di utilizzare la potenza dei social networks per mobilitare un numero enorme di piccoli traders su un’operazione ben individuata o un titolo particolare.

Il recente e clamoroso caso Gamestop ne è stato un eclatante esempio.

Queste fiammate di trading “social”, oltre a mettere, per breve tempo, in difficoltà gli investitori professionali, per definizione “i cattivi”, hanno prodotto una cospicua schiera di possessori di titoli azionari di società non particolarmente redditizie, né brillanti, che si domandano con angoscia quando il loro titolo raggiungerà di nuovo il prezzo esorbitante al quale se lo sono aggiudicato.

Giocare

Come si noterà, tutti questi Traders posseggono una certa qual disponibilità ad essere messi di mezzo.

Si possono distinguere inoltre altri 4 elementi comuni:

  • Sono scarsamente interessati a COSA comprano e vendono
  • Sono convinti di SAPERE cose che altri non sanno.
  • Agiscono senza uno scopo, senza un PERCHE’, che non sia quello di guadagnare
  • Vogliono ottenere tanto in poco TEMPO

Bene! L’investimento consapevole, quello basato sui 4 PILASTRI, all’opposto, si fonda sul sapere cosa e come si compra, sulla consapevolezza di non sapere come andrà il mercato, sull’agire sulla base di un progetto e sul dare il tempo adeguato ai propri obiettivi per realizzarsi.

Non ha senso paragonare un “giocatore di borsa” con un investitore consapevole. Sono due sport diversi!

Non so quale sia il metodo migliore per affrontare i mercati. Quello che so è che ad ogni ondata di risacca delle Borse (le onde di Elliott?) migliaia e migliaia di neo-traders rimangono spiaggiati e spennati, incolpando chiunque delle loro perdite tranne se stessi.

Temo che questo sia uno di QUEI momenti. Attenzione!