Perché “Quanto rende?” è una domanda da evitare?

a) Perché il rendimento futuro di un’attività è un mistero per tutti, compresi gli addetti ai lavori, che infatti spessissimo si cautelano con strumenti che limitano l’impatto dei loro eventuali errori.

b) Perché tutte le risposte, esclusa quella giusta, che è: “Non lo so” , generano nel nostro cervello aspettative e desideri che non hanno niente a che fare con la realtà, e spesso hanno poco a che fare anche con le evasive e balbettanti risposte dei consulenti e funzionari più corretti, desiderosi di compiacere il cliente, portare a casa il contratto, simulare una competenza superiore, ecc…

Non parliamo poi dei venditori più…spicci, (sono sempre meno), che usano il rendimento passato come specchietto per le allodole.

Oggi vorrei riparlare del cervello umano (prevalentemente maschile) e del suo rapporto con il denaro.

Mi è capitato di leggere un divertente articolo di una ricercatrice sulle reazioni che suscita il denaro sul cervello umano a livello fisiologico.

La tesi propugnata, che corrisponde in pieno alla mia esperienza di consulente, è che il desiderio di ricevere più denaro accende gli stessi meccanismi chimici che il cervello attiva quando è attratto da un’altra persona a livello sentimentale e intimo.

Insomma l’avidità a livello celebrale è molto simile al desiderio amoroso e sessuale.

Quindi il pericolo di deflettere da rigorosi e razionalissimi piani finanziari e previdenziali, per magari correre dietro alla prima criptovaluta che capita a tiro, è piuttosto alto.

“L’avventura di una notte” può però costare cara, quindi la Dott.ssa Elesa Zehndorfer, autrice dell’articolo, raccomanda di resistere a queste passioni momentanee, utilizzando alcuni stratagemmi comportamentali che stimolano le stesse aree del cervello e causano la produzione delle stesse sostanze chimiche.

Rimando all’articolo per l’elenco puntuale delle attività consigliate per saziare il bisogno di dopamina dei recettori neuronali.

Il consiglio più bello dell’elenco comunque è quello di procurarsi un vero appuntamento amoroso con una persona reale, anziché flirtare con il Bitcoin!

Mio nonno probabilmente mi avrebbe dato lo stesso consiglio, anche se in termini più…espliciti!

Ma se “Quanto rende?” è la domanda sbagliata, quali sono le domande giuste?

In questo ci può aiutare lo schemino che riporto qua sotto e che confesso di aver brutalmente rubato:

Quanto rende

“Investitore, impara cosa puoi controllare”!

Possiamo avere una misura preventiva ragionevolmente attendibile del grado di RISCHIO di un investimento. Ed è opportuno approfondire questo aspetto con chi ce lo propone.

Possiamo avere un’idea abbastanza chiara dei COSTI che un investimento comporta, ed è sbagliato non chiederne conto.

Dobbiamo avere un’idea chiara del TEMPO che abbiamo a disposizione per far fruttare i nostri risparmi. 1 mese? 4 anni? 25 anni? E’ fondamentale saperlo e comunicarlo.

Dobbiamo avere il corretto ATTEGGIAMENTO nei confronti dell’investimento. Entusiasmi e depressioni sono fonte di errori gravi, come anche dedicare troppa attenzione all’andamento nel breve termine.

Come dice lo schema, tutti questi elementi sono CONTROLLABILI e impattano significativamente sul risultato, ma raramente l’investitore vi dedica un’attenzione più che superficiale.

Quello che interessa veramente a tutti, e su cui si concentra maggiormente l’attenzione è la risposta alla domanda: “Quanto rende?”.

Guarda caso, come abbiamo detto, nessuno può rispondere a questa domanda e men che meno nessuno ha il CONTROLLO di come andranno i mercati in futuro.