Inizierò dal fondo, ovvero dalla conclusione a cui voglio arrivare: E’ indispensabile oggi per un cittadino consapevole armarsi di una sufficiente CULTURA FINANZIARIA, che integri e arricchisca anche il rapporto fiduciario col proprio consulente finanziario/bancario/postale.

Ovvero, quale appartenente a quest’ultima categoria (il consulente), sostengo che anche la delega di fiducia che si dà al proprio referente deve essere “armata” e “vigile”. Perciò oggi più che mai è necessario che ognuno di noi affronti rapidamente un percorso di Educazione Finanziaria in grado di rendere il più possibili consapevoli e corrette le proprie scelte.

Passo ad esporre alcuni fatti che credo corroborino la tesi or ora esposta:

-Dal più recente rapporto Consob (un’efficace sintesi è qui: http://www.consob.it/web/area-pubblica/rf2019) emerge una certa insufficienza nella consapevolezza del risparmiatore italiano riguardo ai temi finanziari ed economici. In particolare: ”…  la cultura finanziaria delle famiglie italiane si conferma molto contenuta. Il 21% degli intervistati non conosce nessuna delle nozioni di base (inflazione, relazione rischio/rendimento, diversificazione, caratteristiche dei mutui, interesse composto) e delle nozioni avanzate (riferite ai titoli obbligazionari) proposte nella Survey; solo il 12% mostra padronanza di quattro dei sette concetti presentati; solo il 2% definisce correttamente tutte le nozioni…”. E, ancora più inquietante, “…Con riferimento alla consapevolezza del proprio livello di conoscenze finanziarie, in media il 34% del campione mostra un disallineamento (mismatch) fra conoscenze reali e conoscenze percepite ex ante (ossia prima della verifica puntuale delle nozioni prima menzionate…” e , dulcis in fundo “…Gli intervistati si connotano anche per un basso livello di numeracy, come si evince dal fatto che il 54% del campione non è in grado di eseguire un semplice calcolo percentuale”. Insomma, non solo non abbiamo una sufficiente cultura finanziaria, ma facciamo scelte importanti credendo di sapere cose che in realtà non sappiamo o abbiamo frainteso!

-Nonostante ciò, per una innumerevole serie di fattori storici e culturali, gli italiani, nell’ambito almeno dell’Unione Europea, sono coloro che hanno la maggior propensione al risparmio e la minore all’indebitamento ( 4.445 Mld di ricchezza liquida disponibile). In particolare in questo momento ci sono circa 1.500 miliardi parcheggiati sui conti correnti (record storico) delle famiglie italiane, paralizzate dalla paura ed impreparate ad affrontare il futuro! Quindi, volenti o nolenti, gli italiani devono e dovranno sempre più occuparsi dell’impiego delle proprie ricchezze, accumulate spesso con sacrificio.

-Come già discusso altrove (vedi GLI ITALIANI, LA RICCHEZZA E IL FUTURO) al cospicuo risparmio privato corrisponde, ahinoi! un altrettanto imponente debito pubblico, in continua e violenta espansione, specie dopo la crisi economica provocata dalle conseguenze del Covid 19.

Lo Stato deve e dovrà sempre di più nei prossimi mesi ed anni fare fronte alle spese straordinarie per le cure e le infrastrutture sanitarie, sovvenzionare i lavoratori dei settori in difficoltà, prevenire disordini sociali con interventi a pioggia, acquistare e mantenere partecipazioni più o meno rilevanti in aziende e banche in crisi (Alitalia, Ilva e MPS ad esempio), e così via!

E tutto ciò dovrà essere fatto in un contesto economico non certo brillante, quindi con entrate tributarie ridotte, in condizioni politiche di perenne campagna elettorale e in un contesto internazionale in difficoltà pari alla nostra. Già quest’anno, il rapporto tra il Debito dello Stato e il Prodotto Interno lordo italiano andrà a lambire il 160%!!!

In questo contesto, l’unica àncora di salvezza ci è offerta dalla nostra partecipazione all’Unione Europea. Al netto degli interventi di portata storica che l’Unione sta elaborando, la boccata di ossigeno (è il caso di dirlo) più importante ci è stata fornita finora dalla Banca Centrale Europea che, con i programmi di acquisto dei titoli degli stati componenti dell’Unione, finanzia in maniera determinante il nostro debito pubblico a tassi di interesse relativamente bassi. Se non vi fosse questo aiuto l’Italia avrebbe in questo momento enormi difficoltà a finanziarsi direttamente sui mercati internazionali, quindi a fare fronte a tutte le spese che abbiamo elencato.

-Ma questo periodo di “grazia” emergenziale è destinato a finire. Prima o poi (per quel che si sa nel 2021) la BCE dovrà ridurre il proprio cospicuo piano di acquisti di titoli. Ed ecco che quei 4.445 miliardi di Euro di ricchezza privata degli italiani sotto forma di impieghi liquidi di cui al punto 2) entrano di prepotenza sulla scena come possibile soluzione a questo non semplice groviglio di eventi. Molti politici e figure istituzionali ( ad esempio il presidente della Consob Savona, qui: http://www.consob.it/documents/46180/46181/dsc2020.pdf/20ceafb6-ddb1-45f0-9063-6a9c605a590b ) cominciano ad adombrare un coinvolgimento diretto di questa ricchezza nel percorso di rinascita del Paese.

Ciò dovrebbe avvenire sotto forma sia di prestiti in varia foggia concessi allo Stato in cambio di un congruo interesse e per durate il più possibile lunghe ( Savona riesuma perfino il titolo di debito PERPETUO, ovvero che non deve essere restituito dal Tesoro, ma che dà solo diritto ad una rendita), sia con strumenti, in via di definizione, che consentano, se così si vuol dire, al risparmiatore privato di partecipare al finanziamento della piccola e media impresa italiana in crisi di liquidità, disintermediando (mi scuso per la parolaccia!) così il rapporto tra privato e sistema industriale e aggirando le inefficienze e le criticità del sistema bancario. (Qui un caustico ma efficace commento di Massimo Famularo https://ko-fi.com/post/SavonaBond-o-la-borsa-o-la-vita-T6T81TUIY)

 

Paolo Savona - Tempo e Denaro
Paolo Savona

 

-In gran parte, questo progetto, del tutto legittimo, è già in atto. I vari BTP di nuova emissione, con denominazioni patriottiche e ottimiste (Btp Italia, Btp Futura) vanno in questa direzione. Sono emissioni indirizzate sempre più ai piccoli investitori, che hanno meccanismi di cedola con vantaggi crescenti se mantenuti fino alla scadenza. Questi titoli esercitano senza dubbio un fascino rilevante sulla platea degli investitori italiani che sono, come si sa, atavicamente avversi al rischio e propensi a scelte di capitale protetto. Resta da capire quanto il risparmiatore italiano sia in grado di comprendere le REALI proporzioni di Rischio/Rendimento che si assume comprando questi strumenti, alla luce delle condizioni critiche delle finanze pubbliche nostrane (ecco un dettagliato commento: https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2020/06/28/btp-futura-ignoranza/. )

-A maggior ragione queste considerazioni valgono per eventuali prossimi, nascituri, strumenti di raccolta del risparmio per il finanziamento di imprese medie-piccole quotate e non quotate (ogni giorno sulla pubblicistica economico-finanziaria si caldeggiavano questo tipo di soluzioni!)

Insomma, per tutti questi motivi, il risparmiatore italiano nei prossimi anni verrà sempre più sollecitato a sottoscrivere strumenti dei quali dovrà essere in grado di valutare la REALE convenienza, il VERO rischio, ma soprattutto la coerenza di questi con il SUO PROGETTO DI VITA E DI RISPARMIO.

Per tutti questi motivi è bene che l’approccio a questi temi sia sempre più “armato” e “vigile” da parte del singolo risparmiatore.