E’ vero! Non sono un virologo, e il rischio di fare discorsi da bar è alto.

Ma sono intrepido e lo affronto a testa alta.

Scherzi a parte…

Vorrei tentare di focalizzare alcuni cambiamenti, non tutti negativi, prodotti dalla Pandemia negli ultimi 7 mesi, in particolare nella vita delle persone e delle famiglie italiane.

  • Incertezza. In generale è aumentato il senso di precarietà. E direi che è comprensibile. Secondo una recente indagine Censis-Assogestioni, il 68% degli italiani dicono di essere impauriti, in generale e anche per i propri risparmi(Plus 24- 4/7/2020). I dati sui depositi a breve termine, conti correnti e simili, stanno  a testimoniare che si è cercato di risparmiare qualche soldo, oltre a spendere meno (anche per ovvie ragioni) nell’ottica del “non si sa mai”. Però, mentre è aumentata la propensione al risparmio, ho la sensazione che contemporaneamente sia radicalmente scesa la voglia di progettare, pianificare, immaginare un futuro in favore del quale investire.
  • Denatalità. Pare che il progetto al quale gli italiani abbiano rinunciato con maggior rapidità sia quello di mettere al mondo dei figli. Le proiezioni dell’ ISTAT sui nuovi nati, in calo ormai da decenni, andrebbero dai 428-426 mila per il 2020 per ridursi sotto i 400 mila nel 2021 in relazione all’andamento dell’occupazione. Sono dati molto più che preoccupanti, per i motivi che conosciamo.
  • Libertà e privacy. Molti di noi avevano rinunciato da un pezzo alla propria privacy, specie da quando, in cambio di qualche web-confort, i giganti del web tracciano ogni nostra mossa. Quindi l’App Immuni non mi pare sia quel Grande Fratello che qualcuno paventa. D’altra parte però dall’inizio della pandemia abbiamo rinunciato a un bel po’ di libertà, di movimento, di riunione, ecc…
  • Smart Working. L’ISTAT dice che durante il Lockdown hanno lavorato in remoto circa 4,5 milioni di italiani, circa il 18.5% degli occupati. Favorevole o contrario che sia ognuno di noi, questa circostanza ha aspetti positivi. La sfida sarà quella di rimodellare questa opportunità di lavoro, non sulla spinta di un’emergenza, ma per aumentare la qualità della vita ed avere vantaggi per tutti. (su dati, pro e contro è interessante questo contributo)
  • Digitalizzazione. Come corollario al punto precedente, è aumentato credo per tutti il ricorso, e quindi la domanda, di strumenti digitali e di connessione. Non è qui il caso di aprire l’argomento Scuola, ma se questo cataclisma è servito a ridurre anche di poco il Digital Divide che affligge il nostro paese, alla lunga sicuramente questo è positivo.
  • Aumento delle disuguaglianze. Tutto ciò non fa che ampliare il fossato tra chi può e chi no. Ad esempio tra chi ha accesso ad una connessione e chi no. Il recupero di una posizione di svantaggio, specie in un contesto economico non brillante, sarà problematico. Questo è un problema concretamente e attivamente POLITICO.
  • Diminuzione degli sprechi. Da una recentissima ricerca Altroconsumo emerge che gli sprechi alimentari durante la pandemia in Italia sono diminuiti del 41%.

Credo questo sia il modo migliore per chiudere questa veloce carrellata.

Uscire da questa brutta situazione migliori di come ci siamo entrati è possibile!