Che cos’è la Sicurezza? Esiste un investimento veramente sicuro?

Siamo certi che la “Sicurezza” sia data dal capitale garantito a scadenza?

E poi, garantito da chi?

Definizione

Perché i miei soldi siano al sicuro, li dovrei affidare ad un’istituzione granitica ed al di sopra di ogni sospetto, in modo da essere certo che a tempo debito mi vengano restituiti.

Inoltre questi soldi andrebbero investiti in modo che ad una scadenza pattuita, succeda quel che succeda, almeno il capitale nominale investito mi venga restituito.

Sono certo che su questi due principi siamo tutti d’accordo!

l'investimento sicuro
Risparmiatore americano

Granitico?

Nella settimana in cui numerosi personaggi armati sono entrati nella sede del parlamento della (ancor oggi) più grande e ricca potenza globale, capeggiati da un sedicente “sciamano” con la faccia dipinta, seminudo e ricoperto (quasi) solo da un casco con corna di bisonte, iniziare la ricerca dell’istituzione “granitica”, mi sembra perfino paradossale.

Seriamente: chi conosce un minimo la storia, ed in particolare la storia economica (volendo, questo è un ottimo inizio!), sa che in ogni epoca, puntualmente, nazioni o enti ritenuti inossidabili si sono, inaspettatamente (?), frantumati di fronte a guerre, crisi, incidenti e altri eventi più o meno inattesi.

Ho già ricordato come il “Colosso” tedesco nel ‘900 si sia sbriciolato per ben 2 volte.

L’Unione Europea, almeno in un paio di occasioni è andata vicinissima a sbattere, dividendosi in tanti piccoli stati rancorosi ed egoisti.

Sorvoliamo sulle numerose nazioni che hanno dovuto “ristrutturare” (si dice così, ma si intende non ripagare) il proprio debito sovrano.

L’Italia ci è andata vicina negli ultimi anni varie volte, ad una “ristrutturazione”. Ed ancora, in futuro, con un fardello del 160% del Pil, evitare di modificare le condizioni del proprio debito sarà come passare per la cruna di un ago!

Vabbè! L’istituzione granitica la troviamo un’altra volta…

La garanzia del capitale

Per definizione questo consiste nel fatto che 100 lire rimangono 100 per tutto il tempo in cui investo i soldi, o almeno mi viene garantito che ad una data scadenza l’ente a cui li presto me ne ridarà 100.

Prima di cercare di capire se tutto ciò oggi conviene, cerchiamo di capire cosa si intende per garanzia.

La garanzia è una clausola contrattuale. La restituzione quindi deve essere esplicitamente garantita nel contratto.

Questo esclude tutto ciò che non sia una polizza vita, quindi un contratto tra un individuo e una Compagnia di Assicurazione.

La compagnia si impegna a corrispondere all’individuo, previo pagamento di un premio, una determinata somma ad una data stabilita.

Le polizze a capitalizzazione

In genere le polizze di questo tipo si definiscono “a capitalizzazione” (Ramo V).

Ok, lo strumento è quello giusto! Vediamo come fanno a garantirmi il capitale:

La Compagnia investe i soldi nella cosiddetta Gestione Separata, ovvero in un patrimonio in tutto simile a quello di un fondo di investimento.

Cosa cambia? Che CONTABILMENTE (!) la compagnia annota a bilancio i propri acquisti al costo STORICO, ovvero al prezzo al quale ha acquistato un titolo, e non al prezzo attuale. Pertanto la compagnia può contabilizzare una perdita solo nel caso, ad esempio, in cui sia costretta a vendere a 90 un titolo che ha comprato a 100.

Ma questo, almeno in tempi normali, è difficile che capiti.

Come rivalutazione del fondo vengono contabilizzati solo le cedole ed i dividendi che la gestione separata incassa nell’anno, e che, in parte, spesso costituiscono il “guadagno” assegnato al risparmiatore.

La diffusione di questi contratti ha avuto una vera e propria “fiammata” fino a qualche anno fa, ma ora sono sempre più rari.

E’ venuta infatti gradualmente sempre meno, per le compagnie, la possibilità di fare investimenti che potessero di per sé garantire sia il risparmiatore che la redditività del contratto.

Gli impieghi delle Gestioni separate infatti sono per larga parte i titoli di stato e le obbligazioni di rating elevato. Queste però da alcuni anni offrono rendimenti estremamente bassi. Anzi negli ultimi 3-4 anni, le obbligazioni di merito creditizio alto (quelle sicure) hanno rendimento negativo!

Se un risparmiatore versasse oggi alla compagnia X una cifra, questa verrebbe impiegata per acquistare, ad esempio, un BTP con durata residua 7 anni, ad esempio un 1/2/2028. Pagando un prezzo di 112,62 (ma tra 7 anni il Tesoro le restituirà solo 100!) si aggiudica una cedola del 2% lordo annuo, con un rendimento effettivo netto (quindi reinvestendo pure la cedola netta) di un -0,04 annuo!

Se si tiene conto che un minimo di remunerazione al cliente va garantita (in alcune polizze ho visto un +0,1% annuo garantito) e che la compagnia ci deve guadagnare qualcosa, si vede come i margini sono piuttosto stretti!

Per questo motivo tali prodotti stanno cadendo rapidamente nell’oblio e le Compagnie che ancora li praticano, adottano il sistema di garantire il capitale solo dopo un certo periodo, tipicamente 10 anni, in modo da poter cercare investimenti più remunerativi.

Insomma anche questa sicurezza (garanzia) è difficile da trovare e comunque è eventualmente sempre più vincolata.

Va inoltre adeguatamente ponderato il rischio di concentrazione cui vanno soggette molte gestioni separate, dato che sono spessissimo sovraesposte sul debito pubblico italiano.

Conclusione

Sembra proprio che in tema di sicurezza il risparmiatore dovrà darsi pace: NON ESISTE L’INVESTIMENTO SICURO IN SENSO LATO. Ogni tipo di impiego presenta, oltre che opportunità, rischi più o meno celati.

L’unico modo razionale di procedere in questa giungla sempre più fitta di incognite, è quello di farsi trovare armati e vigili rispetto alle opportunità che si presentano e di cercare di DIVERSIFICARE al meglio i propri risparmi.